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Alla corte di Re Luchino. Visconti visto dalla stampa dell’estrema destra laica

in Massimo De Grassi (ed. / a cura di), Luchino Visconti oggi: il valore di un’eredità artistica, Edizioni Università di Trieste, Trieste 2020, pp. 85-116. Proceedings of the International Symposium / atti del convegnoLuchino Visconti oggi: il valore di un'eredità artistica, Università degli Studi di Trieste, 12 maggio 2017.

ABSTRACT

This essay addresses Visconti’s critical reception by the four ultraconservative magazines “Candido”, “Meridiano d’Italia”, “Il Borghese” and “lo Specchio”. Always neglected by scholars, this press is not only relevant to get a wider picture of the director’s critical fortune, but also essential to the understanding of his public image and relevance throughout thirty years of Italian culture and society. Reviews and political articles, comments on current affairs and events, society pieces and gossips, no matter how rough and gross, all contribuite to fill the voids of the leftist press which respectfully (that is, also with an embarrassed and opportunistic discretion) supported Visconti from his debut until his late years. What comes forward is a totally different public image of the director, one which uninhibitedly intertwines his private life with his works, and whose changes are incomprehensible without putting them against the background of the major shifts in the attitudes toward homosexuality occurred in the Italian society between the 1940s and the 1970s.


Il saggio analizza l’atteggiamento assunto dall’estrema destra laica nei confronti di Luchino Visconti così come traspare dallo spoglio di quattro periodici: “Candido”, “Meridiano d’Italia”, “Il Borghese” e “lo Specchio”. Si tratta non solo di ricostruire una parte trascurata della fortuna critica del regista (di cinema quanto di teatro), che gli studi hanno semplicemente preferito ignorare, ma anche di ricomporre un’immagine pubblica attraverso articoli politici, commenti di attualità, note di costume e anche pettegolezzi sul privato, che intrecciano con disinvoltura la lettura delle opere e il privato del regista. Messa a confronto con la tradizione ricca di studiati silenzi costruita dai sostenitori di sinistra, questa immagine da destra offre un complemento essenziale (anche quando rozzo e scabro nelle forme) per comprendere ciò che Visconti ha rappresentato per trent’anni per la cultura e la società italiana, soprattutto in relazione al mutare degli atteggiamenti nei confronti dell’omosessualità. 

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